Prova su Strada

Mazda CX-3 – Prova su strada del SUV compatto giapponese

Come descriviamo il tempo che passa? Come possiamo definire lo scorrere di qualcosa che non vediamo? Ed il vento, effimero ed impalpabile che scorre e leviga forme e dimensioni, potrebbe essere un agente segreto del tempo stesso? Al tempo possiamo solo resistere, ma la chiave di questa resistenza è una sola: evoluzione, così nascono le grandi aziende che dapprima subiscono il tempo come tutti noi, poi di colpo, sono loro a dominare la scena e guidarci verso il futuro. Mazda è l’espressione di questo concetto, un’azienda che ha da sempre guardato avanti e poi ha rivolto il suo sguardo critico verso sé stessa, migliorando i propri difetti e facendone dei pregi; non contenta quasi mai dei risultati ottenuti, questa casa giapponese si è da sempre auto-criticata costringendosi all’auto-miglioramento imprescindibile. Oggi siamo stati a bordo della Mazda CX-3 e questa è la cronaca della nostra esperienza, la prova su strada: vi invitiamo a fare un viaggio con noi.

Dalla linea al cuore

Mazda CX-3 è un crossover compatto, di base questa descrizione potrebbe dire “sipario, ne abbiamo viste tante”. Sarebbe uno sbaglio: la linea che presenta è tanto nuova quanto storica, l’occhio indubbiamente viene catturato subito dal frontale, forte di una griglia centrale che si divide in due elementi, uno basso dove c’è una larga bocca che prende aria affiancata da due insenature che nascondono sapientemente dei fendinebbia, l’altra superiore dove troneggia il logo, accompagnata da un elemento che incornicia tutto in uno scudo e si interseca nei fari full led, in questo caso con un taglio tano aggressivo quanto elegante. Scorrendo come il vento di cui sopra, il vostro sguardo incontra parabrezza e montante superiore, ma ecco che “precipita” scavalcando lo specchietto su di una linea che sinuosa partiva alla coda del faro e si congiunge con la ruota posteriore. Da qui siete già giunti alla spalla della ruota, e poi di nuovo su per scoprire il faro posteriore, elemento identico al faro anteriore ma posto al contrario, anche qui ricco di sfaccettature. Guardandola posteriormente noterete un lunotto tagliato a V incastonato in una piccola coda superiore, quasi uno spoiler sportivo, infine è impossibile non aver notato le due marmitte poste in basso, chiaro segno di un anima sportiva. Vi avvicinate e aprite lo sportello principale, e qui verrete colpiti fin da subito dalla scelta dei materiali, un mix di plastiche morbide e pelle impunturata a contrasto sullo sportello dove troneggia una piccola conosle di controllo degli specchietti e dei finestrini, oltre che una maniglia interna in metallo lucido, incorniciata da un elemento in satinato. Vi sedete su di un morbido sedile in pelle, regolabile, e di colpo siete in “plancia” dove il contachilometri somiglia più a quello che ci si aspetterebbe di trovare su di un aereo da caccia piuttosto che su un’auto: l’ala sinistra indica con uno schermo digitale i dettagli della marcia, al centro un contagiri dal piglio sportivo (analogico in questo caso, con un piccolissimo elemento digitale che ci indica la velocità), mentre a destra l’altra ala digitale comunica ora, gradi e benzina disponibile, ma sono comunque elementi personalizzabili.

A completare questo quadretto c’è il volante in pelle, costellato da tasti in morbida gomma racchiuso in metallo che lo rende elegantissimo, anche se già da lontano si riconosce il piglio sportivo. Proseguendo incontriamo la seconda bocchetta dell’aria condizionata (la prima era tra lo sportello ed il contachilometri), anche questa lavorata con un elemento dello stesso colore dell’auto, nel nostro caso rosso (come il Soul Crystal Red che c’era fuori, un colore creato con un nuovo sistema esclusivo capace di rendere vivido e brillante tutto, una vera “anima” del colore).

La plancia si completa con uno schermo touch da sette pollici che presenta una semplicità volta alla funzionalità. Guardando in basso troviamo lettore CD (si, c’è anche lui) e manopola del cambio, sia questo manuale o automatico. Proseguendo sul tunnel centrale c’è il classico joystick che ci consente di operare sullo schermo digitale nel casso in cui non volessimo toccarlo con mano. Kodo, questa è la filosofia alla base di questo design, ovvero dare l’idea del movimento anche da fermo, un idea che a raccontarla sembra facile, ma è davvero peculiare, quasi un’utopia che Mazda è riuscita a realizzare con questa auto (ma anche con tutte quelle della sua gamma attuale n.d.r.). Impossibile restare fermi, l’auto ti invoglia davvero ad andare avanti ed è proprio per questo che è un design che arriva dritto al cuore.

Puntare al cielo

Tutti gli elementi interni ed esterni ci danno questa idea di aereo, di cielo e confini relativi: ebbene il cuore pulsante di questo agglomerato è il famoso SkyActive G, motore che consente al mezzo di passare da quattro a due cilindri se si procede a velocità costante, il tutto avviene con un complesso sistema di commutazione del sistema idraulico che mediante un gioco di valvole consente di risparmiare emissioni di CO2 e di ridurre la combustione interna, in questo modo ogni singola goccia di benzina viene sfruttata appieno. Ecco perché il motore di questa Mazda CX-3 2.0 benzina con 120 cavalli aspirato (non turbo) riesce a fare comodamente ventuno chilometri al litro in città, numero che si abbassa leggermente in autostrada passando dai diciotto ai sedici. Molto dipende dalla zona, infatti se siete in pianura arriverete anche leggermente oltre tali consumi, mentre se siete in un luogo collinare o montano preventivate un 20% in meno rispetto i numeri di cui parliamo. La trazione anteriore si comporta benissimo, senza far rimpiangere quella integrale ma un elemento che sicuramente è di grandissimo pregio è il cambio manuale, forte di un innesto preciso e morbido quasi come una vera auto da corsa, al punto che si fa fatica una volta in strada a ricordarsi che siamo su di un crossover compatto. Di seguito riportiamo il dettaglio del motore, trovate tutti i dettagli tecnici del mezzo a questo dindirizzo:

Cilindrata Alesaggio x corsa Valvole
per cilindro
Potenza Max. Coppia max. Rapporto di
Compressione
Sistema i-stop
per riavvio motore
1998cc 83.5*91.2 mm 4 121 (89) CV (kW)
6000 Giri/min
206/2800 Nm/giri min 13.0 si

Il tempo e lo spazio

Mazda CX-3 è una scoperta piacevole, lontana da qualsiasi altro ci sia sul mercato, proprio perché la ricerca dei dettagli e l’insieme di elementi che la caratterizzano ne fanno un elemento “a sé ” quasi a dire “io sono diversa”. Il contrasto che si vive, passando dal contachilometri che fonde il classico analogico con elementi digitali, arrivando all’infotainment modernissimo ma con quel tocco di nostalgico dato dalla presenza del joystick sul tunnel centrale, infine con la presenza del lettore CD (un elemento davvero singolare al giorno d’oggi) ci fa capire quanto Mazda abbia lavorato sul tempo, sullo scorrere di questo elemento che si racchiude in lamiere, pelle e plastica di qualità, quasi fosse un ragionamento che l’azienda vuole comunicare a chi la sceglie: “ricordati da dove sei venuto ma guarda al futuro” e questa è una filosofia imprescindibile nella cultura giapponese, che si rispecchia appieno in questa auto. Guidarla è un’esperienza interessante, si può facilmente portare nel traffico in maniera dolce ma quando serve, impostare una modalità più corsaiola ed imboccare le curve con una precisione inaspettata su un modello crossover. Di bello c’è questo motore, che sebbene abbia una cavalleria non enorme rende appieno il concetto del veicolo. Stupendo il fatto che sia un quattro cilindri in linea. In un mondo dove siamo ormai circondati da tre cilindri, è bello vedere che c’è ancora chi le auto le sa fare bene, rispettando l’ambiente senza togliere nulla al piacere di guida.

Mazda CX-3

7.7

Mazda CX-3 dimostra come un 2.0 L da quattro cilindri abbia ancora un senso oggi che, se ben congengato, è in grado di dare tantissimo sia lato performance che consumi ridotti. Esteticamente bellissimo, ricco di materiali qualitativi è la scelta di chi vuole distinguersi in un mercato come quello odierno.

Tiziano Sbrozzi
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.

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